Graffiti: art or vandalism?

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Graffiti is considered a social, cultural and artistic issue throughout the civilized world. The phenomenon is considered vandalism due to many "artists" spray-painting directly on public transportation or historic buildings.

In 1972 the first graffiti art appeared, representing a simple evolution of signatures, which have evolved into large, thick letters with filling and contour. European cities received a strong input from New York, where the graffiti culture first began. Initially seen in Amsterdam and Paris, graffiti made its first approach in Germany, Spain and Sweden. Since the eighties, this phenomenon developed also due to the deployment of specialized magazines and the spread of the underground hip-hop scene and culture, now present all over the world.

In Italy, the cities most affected by graffiti are Rome, Naples, Milan, Pesaro, Bologna, Bari, Florence, Turin and Ascoli Piceno.

Generally, graffiti artists tend to hit more visible and sometimes hard-to-access spots across the city (i.e. the third floor on a building or the outside of a very tall bridge), where their names are more likely to be seen and recognized.

Working on the opposite direction, cities administrations try to devote walls where graffiti artist can freely express their art and talent. Such walls are, of course, far away from those more visible areas, leaving the battle still open and the problem unsolved. This also created two different schools of thought, where a brave spray-artist would take a chance and still hit a wall or monument in downtown. The risk of getting caught makes, at this point, the art even more valuable and respected by the graffiti scene.

The line between art and vandalism, lawlessness and charm is very thin. The goal of every graffiti artist is to achieve some fame in the graffiti scene, making sure that the name is well visible and clear to everyone (in fact, the very first graffiti were just signatures and names). In addition to fame, graffiti brings another element: personal expression, which seems to be core reason that graffiti exists to begin with.

Since its very first appearance, graffiti has raised the question: "Is it art or crime?" Opinions are divided, those who criminalize are municipalities, homeowners and shops that find often smeared walls and gates. Many young people and those who are close to the rap and hip-hop scene actually recognize graffiti as something that beautifies gray and anonymous areas of the city. The practice is condemned, however, when it affects historic buildings and monuments.

During the summer, the city of Florence started a cleaning program of the Holy Trinity bridge made ugly by graffiti, drawings and stickers. A colossal battle against graffiti was established in Rome trying to defend and restore some of the most beautiful buildings in the historic area. Some Romans try to justify and describe graffiti as a way to rescue the city from tourists' invasions and prevent the city from becoming a museum. The disappointment of tourists and conservative citizens is obvious: they expect to see the wonders of the past but they find brutally hand-written or spray-painted walls instead.

In the end, the graffiti issue has no easy solution, some people try to defend expression and art, others try to defend historic areas and buildings. Reality is that it is not even possible to bust those who intentionally damage priceless historic beauties as they act mostly at nighttime and quickly.

On the other hand, some graffiti art is truly amazingly done and finely executed with knowledge and skill. Graffiti: Art or crime? There is no definitive answer yet.

Il graffitismo forma di arte o di vandalismo?

Il writing, anche detto Graffitismo, è una manifestazione soprattutto sociale ma anche culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta. Il fenomeno, ricordando la pittura murale (disegni su muro), è da alcuni ad essa accostato, e viene spesso associato ad atti di vandalismo, poiché numerosi seguaci utilizzano come supporti espressivi mezzi pubblici o edifici di interesse storico e artistico.

Nel 1972 appaiono i primi "pezzi", rappresentati da una semplice evoluzione delle firme, divenute grandi, spesse e con riempimento e contorno. Le città europee che meglio recepirono gli input provenienti da New York, dove cominciarono i primi writer, furono Amsterdam e Parigi, poi apparvero in Germania, Spagna e Svezia. Dagli anni ottanta ad oggi il fenomeno si è sviluppato grazie alla diffusione di riviste specializzate e ai frequenti viaggi di molti writer per le città europee e americane.

In Italia, le città maggiormente interessate dai graffiti sono Roma, Napoli, Milano, Pesaro, Bologna, Bari, Firenze, Torino e Ascoli Piceno.

Generalmente, i writer più vicini ad un lavoro di ricerca artistica tendono a esprimersi in campi più protetti, cioè in spazi a loro disposizione in cui dipingere più o meno legalmente. Possono essere muri esplicitamente dedicati dalle amministrazioni comunali in modo da arginare il dilagare del fenomeno nel contesto dei centri storici o di quartieri residenziali, oppure luoghi siti in periferie degradate o di poco interesse o difficilmente raggiungibili in cui, per un tacito accordo con gli organi deputati al controllo dell'ordine pubblico, si lascia ai writer "carta bianca" e una relativa tranquillità per dipingere. I writer che scelgono di esprimersi per lo più in contesti del genere, attraverso la scelta consapevole e responsabile del supporto per la pittura, si distinguono da quelli che intervengono anche su edifici di interesse storico e artistico.

Il confine fra arte e vandalismo e tra fascino e illegalità contiene una vasta gamma di sfumature. L'obiettivo di ogni writer è sia raggiungere una certa fama all'interno della "scena" dei graffiti, sia far conoscere il proprio nome a chiunque; per questo è di fondamentale importanza una certa visibilità delle opere. Oltre alla fama si pone un altro elemento: l'espressione personale. Molto spesso questo bisogno è fine a se stesso, e alla soddisfazione individuale di vedere una propria opera in un contesto urbano, fuori dagli schemi che il sistema impone. La differenza tra atti di vandalismo e il "writing" è da ricercarsi nelle motivazioni che spingono a dipingere.

Da quando esistono i graffiti, esiste il quesito: sono arte o crimine? Le "scuole di pensiero" si dividono, e se dalla parte di chi li criminalizza è facile annoverare amministrazioni comunali, proprietari di case e negozi che spesso si trovano muri e saracinesche imbrattate, a favore dei graffiti ci sono molti ragazzi. Molti ragazzi infatti riconoscono ai graffiti una funzione di abbellimento di zone urbane che altrimenti risulterebbero grigie e anonime. La pratica è maggiormente condannata invece quando si toccano monumenti e beni pubblici. Ed è proprio per la tutela di questi beni che molti comuni italiani si sono mossi per cercare di arginare il fenomeno dell'imbrattamento. Proprio durante l'estate sono partite a Firenze le operazioni di pulitura del ponte Santa Trinità da scritte, graffiti, disegni e adesivi. Battaglia colossale a Roma contro i graffitari che imbrattano i palazzi più belli del centro storico. Alcuni romani vedono i graffiti come un modo per riscattare la città dai turisti e impedire che il centro storico diventi un museo. Ma il disappunto dei turisti è evidente: arrivano aspettandosi le meraviglie del passato e trovano invece scritte non dissimili da quelle impresse sui vagoni ferroviari di qualsiasi altra città moderna americana o tedesca. Nel panorama italiano però si levano anche voci contro corrente: non mancano i comuni che hanno aperto le porte ai graffitari, organizzando manifestazioni e cedendo loro spazi per realizzare i loro disegni, che in alcuni casi non possono non essere considerati opere d'arte vere e proprie. Dunque la domanda è ancora aperta.