Italian Police arrested Sea-Watch 3 captain

At the end of June, Italian police arrested the German captain of a charity ship who had rescued 53 migrants off Libya on June 12. Sea-Watch 3 captain Carola Rackete was taken into custody after a two-week standoff with Italian authorities when she refused to obey a military vessel as she navigated towards Italy’s Lampedusa island on June 26. She was arrested the following Saturday. Rackete apologized to the crew of a patrol boat which her boat jutted into when she made an “error of judgement” when calculating her boat’s position. Rackete said she disobeyed orders not to dock her ship for fear that migrants would start taking their own lives as some had already started to harm themselves. Italy’s Interior Minister Matteo Salvini has accused the captain of trying to ram the patrol boat in an “act of war” also calling Rackete an “outlaw” and a “pirate.” Sea-Watch spokeswoman Haidi Sadik told BBC that Ms. Rackete followed both maritime and international humanitarian law. At press time, this story was still unfolding.

Alla fine di giugno, la polizia ha arrestato la capitana tedesca di una ONG che aveva salvato 53 migranti al largo della Libia il 12 giugno. Carola Rackete, capitana della Sea-Watch 3, è stata arrestata dopo due settimane di stallo con le autorità italiane, accusata di avere forzato il blocco entrando in acque italiane senza autorizzazione e disobbedendo  all’alt imposto dalla Guardia di Finanza durante la fase di attracco al molo di Lampedusa lo scorso 26 giugno e rischiando di speronare la motovedetta. Rackete - che ha ammesso “errore di giudizio”  nel calcolare la posizione della sua imbarcazione  -  si è scusata con l’equipaggio e ha dichiarato di essere stata costretta a forzare la mano ed approdare nel porto di Lampedusa anche senza l’autorizzazione preventiva a causa dello stato di necessità e delle condizioni drammatiche delle migranti a bordo da 15 giorni. Il ministro degli Interni italiano, Matteo Salvini, l’ha accusata di aver messo a repentaglio la vita degli agenti montando un “atto di guerra” e definendola “pericolosa per l’ordine e la sicurezza pubblica” perché  “fuorilegge” e “pirata”. La portavoce di Sea-Watch Haidi Sadik ha dichiarato in un’intervista alla BBC che la capitana - in seguito rilasciata - ha agito per ragione umanitarie ed in base al dirittto marittimo e internazionale.